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OLINDO DEL FUOCO

Poesia dall’Ospedale Psichiatrico Giudiziario di Montelupo”

 

Ho riportato l’intero sottotitolo perché Fiorenzo Smalzi, gestore allora nel 2001 del Caffè letterario Giubbe Rosse e curatore dell’omonima collana, ha voluto un’esplicita dichiarazione rispetto alla provenienza del testo. Ha fatto anche includere un suo incipit: “A tutti quelli che / il mondo vedono… / con speranza”. E ha voluto che fossi io stessa a preparare la lettura dei “dialoghi” di Montelupo con una serie di brevi scritti.

Presento prima la RICERCA, poi la SEDE, che sappiamo è la grande Villa Medicea Granducale della zona, infine la ESPERIENZA. Necessariamente suddivisa, questa parte sul concreto mio lavoro, in vari capitoli. Finché si arriva, mi auguro ben preparati dalla mia appassionata testimonianza, a quelle che nel libro si chiamano LE VOCI. Chiude la pubblicazione il commento, delicato e di affermazione, dell’allora Direttore Sanitario Franco Scarpa.

Conta soprattutto e naturalmente la parte centrale, contano le voci, le parole che i rei-ammalati mi consegnano. Cioè rei, a volte dimentichi della propria tragedia. Li ho nominati in maniera colorita, loro consapevoli, in quanto il rapporto fra di noi era cordiale fino all’ironia. Ogni appellativo ha la sua ragione, così come ogni intervento ha il suo carattere. Vorrei abbandonarmi alle citazioni ma non voglio allungare lo spazio e poi, in questo caso, temo in modo particolare di fare ingiustizie nel distribuire le citazioni.

Sono comunque le voci e le figure su cui Sergio Ciulli, uomo di teatro, ha costruito due o tre anni fa la sua opera teatrale “Ti sei accorta Alberta?”. Con qualche variante e aggiungendo agli altri un’attrice che facesse la parte di Alberta. Ed ecco finalmente l’elenco di quelli che furono personaggi emergenti fra tanti altri, in quella indimenticabile sede.

 

Olindo del fuoco

Giovanni del mare

Giuseppe delle capre

Bruno della buona tavola

Livio di Dio